BUON ANNIVERSARIO di MATRIMONIO!!!
Per loro è SEGNO di perdizione, per voi invece di salvezza Fil 1,28
Precipitati dentro un abisso di confusione:
camminiamo a tentoni, muovendoci senza meta; costruendo su montagne di sabbie, senza fondamenti;
spinti da emozioni dalle ore contate, lasciando il passo a mutui pesanti da sostenere, a diari pronti ad essere riempiti
da cronache di fallimenti e di grandi tragedie!!!
Gasati da questa inclusione non manca nulla in questo pentolone
anche il nauseante tanfo di ciò che è in putrefazione che spacca gli otri (Mc 2,22).
A chi dobbiamo più parlare se le famiglie rivestite del Sacramento del matrimonio
si sono adagiate dentro queste tenebre, dove le scelte dei loro figli,
un tempo drammi inconcepibili, sono accolti da un clima di festa e di applausi?
A chi dobbiamo più indicare qualcosa di veramente immenso,
se avvolti dallo sfarzo e dal mondo dell’immagine,
allunghiamo il velo bianco, senza conoscere la castità del cuore e la fecondità dello Spirito?
A chi dobbiamo rivolgere quest’annuncio se nulla c’è più di cristiano nelle nostre educazioni
nè quello alla vita ecclesiale, nè ai valori cristiani?
A tentoni, a via di ricatti fallimentari consegniamo sacramenti
che sono cadaveri senza spirito e ne anima, a quanti seduti in quei banchi,
con la pesantezza del cuore e noi con il telefonino che suona!!!
Eppure ci sono ancora, come astri che brillano, come stelle comete
che passano di tanto in tanto ad indicare dov’è il Verbo che si è fatto carne!!!
Pochi, ma riflesso di una luce immensa. Non sotto i riflettori dei nostri media, pietre angolari scartate dai nostri social, “pietra d’inciampo divenuta la pietra d’angolo” (Mc 12,10). Non contano nulla ma conta la loro gioia, la loro serenità, il loro generare senza limiti, in una libertà non condizionata, liberi da ogni preoccupazione, immersi nell’essenziale, tanto da essere ritenuti folli e irresponsabili:
brillano non in un domani di terrore, ma di un futuro gravido di vita!!!
SONO QUELLI RIVESTITI DEI SEGNI DI QUELLI CHE CREDONO (Mc 16,15-20):
- Scacciano i demoni: quelli della preoccupazione. Per questi non è tutto il denaro!!! Le sfide della vita non sono un ostacolo: nulla può impoverire la ricchezza dell’animo che crea e genera. Sotto i loro piedi, messo a tacere e annientato, è l’idolo del consumismo frenato che detta regole e impone uno stile di vita diventato assoluto. Il loro pensiero non si scrive sui fogli neri di come mai faremo, ma piuttosto in quelli di un cielo pulito dove vive una certezza scritta a caratteri cubitali: “Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome” (Sal90, 13-14).
- Parlano lingue nuove: dove i verbi non sono al passato e troncati dal futuro ma coniugati dentro un linguaggio presente che dona, vive. Perfezione di una vita che si consuma vera e non multimediale. Più che cercare una benedizione sono loro ad esserlo, più che ostentare immagini sui sociali alla ricerca di like, sono casa viva: dove il calore del disordine ed il consumarsi delle cose, le mani sporche di chi lavora il campo, le rughe di chi invecchia, solcate dalla fatica, il calzino riparato mille e mille volte, sono la garanzia di autenticità che apre il futuro ed espande la luce. Per loro non c’è posto nell’alloggio (Lc7,2), non certo trovano spazio in questo mondo che uccide il futuro e semina il buio in nome della democrazia, della libertà e di una falsa misericordia, che riscrive la perfezione sulle righe della morte decidendo chi, e chi non deve starci: povere anime innocenti abortite e poi usate nei laboratori; ammalati che sono un costo alla sanità che, come un alto valore di civiltà, devono abbracciare l’eutanasia; tutto per il nostro bene.
- Prendono in mano i serpenti: realizzando scuole parentali, togliendo dalle mani di poveri innocenti, questi mostriciattoli di cellulari che li deformano. Sanno fare scelte forti, non per creare un mondo a parte, ma per imparare ad attraversare le foreste, non cadono in facili trappole in cambio di privilegi e lascia passare, non indossando mascherine per non contaminarsi, ma piuttosto prendono in mano le sfide con coraggio. In loro vibra la “Parola” che li rende capaci di ciò che è impossibile: “sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,12-13). Sotterrare il talento per paura difatti è una tragedia: “il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti" (Mt 25,30).
- Bevono i veleni di questo mondo e non muoiono: non si diventa immuni con un vaccino, non si diventa immuni con una crema antietà, l’immunità di gregge è quella che molti si sono bevuti tutta di un fiato, due, tre e anche quattro volte e lo fanno ancora, e sono continuamente malati. L’immunità dei figli rivestiti dello Spirito e unti dell’olio della grazia non temono le malattie, non temono la morte, non temono la povertà, non temono, la fame. “In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm8,37). Non sono li a proteggere i figli, ad incappucciarli davanti ad un raffreddore, a sostituirli davanti ad ogni ostacolo: coloro che impediscono la sfida gettano veleno sui passi della vita, acido sul germe che cresce. Quelli che noi invece consideriamo disumani, sono coloro che insegnano a spiccare il volo dove il vento contrario è una grande opportunità per spingerli oltre: nel dissenso di questi due anni una palestra sulla spina dorsale, pronti per le sfide che li attendono.
- Impongono le mani e ci guariscono: non sono gli abbracci perfetti che vediamo su facebook, né i cuoricini che danzano su instagram, questi spariscono dopo il botto, sono infatti “fake news” dove ci caschiamo attratti da un romanticismo insapore e inodore.
Ci sono invece storie vere che bisogna cercare, sono vite che fanno bene al cuore, sono nomi scritti nel libro della Vita: “Chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco” (Ap 20, 15).
Sono stelle che brillano, come GREGORIO E GRAZIA LAGANÀ che sperimentando l’infinito e disumano dolore di Mirko, un ragazzo di due metri, con una carriera da nuotatore da fare i brividi, stroncato a 17 anni da un incidente stradale che gli ha tolto la vita. Loro non hanno smesso di generare vita, anzi da questa storia orribile, da questa ferita insanabile, o meglio, da questo chicco di grano prezioso che muore è nata l’Associazione "Mirko Piskeo" dove, nella Parrocchia di San Nicolò di Bari in Ganzirri prestano il loro servizio a giovani ragazzi e adulti con disabilità fisica, favorendone l'inserimento e la socializzazione e offrendo loro la possibilità di conoscere e vivere esperienze di laboratori creativi mirate all'acquisizione di metodologie. GREGORIO E GRAZIA che esplodono di Vita e di Fede si fanno promotori di proposte nuove per permettere loro di migliorare la propria qualità di vita, rendendo gradevole la loro quotidianità, troppo penalizzata da strutture sociali inadeguate.
Ed ora che giunto il vostro Anniversario non posso augurarvi messaggi sterili di uno spumante che per l’occasione, persino dolce e freddo esplode di festa? Non posso augurarvi fortuna affinchè il tempo che vi resta, sia pieno di sorprese, di quelle che piacciono a voi?
Forse vi do un pò di dispiacere se non sento per voi questi sentimenti. Molti di voi non siete mai venuti, e chissà se verrete quest’anno? La mentalità di questo secolo non trova eco nella mia Fede, nè queste coppie scoppiate da un gender sterile, che va di moda, ma dove, tolte le bende di una confusione di genere, non c’è un identità che si svela, ma piuttosto il dramma di famiglie che, fuori da ogni genere, sono un autentico e inconfutabile fallimento di questa società eunuca resa dagli uomini (Mt19,10-12). Non mi convince nessuna benedizione e non ne darò mai, poiché Dio non può benedire ciò che è stoltezza davanti alla creazione, piuttosto indicarvi “la porta stretta e la via angusta che porta alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7, 13-14): per tutti è accessibile, per chi perfino ha raggiunto il fondo delle proprie scelte e decide di volgersi verso la luce.
Prendo allora per voi, una preghiera, del grande Don Tonino, forse ci nauseano queste parole, ma possono darci uno squarcio di cielo su queste tante nostre famiglie ormai spente. Sono una bella dioincidenza, che mentre le sto scrivendo per voi, mi è giunta la notizia gioiosa della sua imminente Beatificazione.
“Santa Maria, donna del vino nuovo, quante volte sperimentiamo pure noi che il banchetto
della vita languisce e la felicità si spegne sul volto dei commensali! E' il vino della festa che vien meno.
Sulla tavola non ci manca nulla: ma, senza il succo della vite,
abbiamo perso il gusto del pane che sa di grano…
Muoviti, allora, a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose.
Solo così, le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all'orlo di significati ultimi.
E l'ebbrezza di vivere e di far vivere ci farà finalmente provare le vertigini.
Santa Maria, donna del vino nuovo, fautrice così impaziente del cambio,
che a Cana di Galilea provocasti anzitempo il più grandioso esodo della storia,
obbligando Gesù alle prove generali della Pasqua definitiva (Gv 2,1-11),
tu resti per noi il simbolo imperituro della giovinezza…
Liberaci, ti preghiamo, dagli appagamenti facili.
Dalle piccole conversioni sottocosto.
Dai rattoppi di comodo. Preservaci dalle false sicurezze del recinto,
dalla noia della ripetitività rituale, dalla fiducia incondizionata
negli schemi, dall'uso idolatrico della tradizione.
Quando ci coglie il sospetto che il vino nuovo rompa gli otri vecchi,
donaci l'avvedutezza di sostituire i contenitori.
Quando prevale in noi il fascino dello status quo,
rendici tanto risoluti da abbandonare gli accampamenti.
Se accusiamo cadute di tensione,
accendi nel nostro cuore il coraggio dei passi.
E facci comprendere che la chiusura alla novità dello Spirito
e l'adattamento agli orizzonti dai bassi profili ci offrono
solo la malinconia della senescienza precoce.
Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo, infine,
perché con le parole: Fate tutto quello che egli vi dirà
tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza.
E ci affidi il potere di svegliare l'aurora anche nel cuore della notte”.
Castanea 29 Dicembre 2023 P Mario Salvatore Oliva
camminiamo a tentoni, muovendoci senza meta; costruendo su montagne di sabbie, senza fondamenti;
spinti da emozioni dalle ore contate, lasciando il passo a mutui pesanti da sostenere, a diari pronti ad essere riempiti
da cronache di fallimenti e di grandi tragedie!!!
Gasati da questa inclusione non manca nulla in questo pentolone
anche il nauseante tanfo di ciò che è in putrefazione che spacca gli otri (Mc 2,22).
A chi dobbiamo più parlare se le famiglie rivestite del Sacramento del matrimonio
si sono adagiate dentro queste tenebre, dove le scelte dei loro figli,
un tempo drammi inconcepibili, sono accolti da un clima di festa e di applausi?
A chi dobbiamo più indicare qualcosa di veramente immenso,
se avvolti dallo sfarzo e dal mondo dell’immagine,
allunghiamo il velo bianco, senza conoscere la castità del cuore e la fecondità dello Spirito?
A chi dobbiamo rivolgere quest’annuncio se nulla c’è più di cristiano nelle nostre educazioni
nè quello alla vita ecclesiale, nè ai valori cristiani?
A tentoni, a via di ricatti fallimentari consegniamo sacramenti
che sono cadaveri senza spirito e ne anima, a quanti seduti in quei banchi,
con la pesantezza del cuore e noi con il telefonino che suona!!!
Eppure ci sono ancora, come astri che brillano, come stelle comete
che passano di tanto in tanto ad indicare dov’è il Verbo che si è fatto carne!!!
Pochi, ma riflesso di una luce immensa. Non sotto i riflettori dei nostri media, pietre angolari scartate dai nostri social, “pietra d’inciampo divenuta la pietra d’angolo” (Mc 12,10). Non contano nulla ma conta la loro gioia, la loro serenità, il loro generare senza limiti, in una libertà non condizionata, liberi da ogni preoccupazione, immersi nell’essenziale, tanto da essere ritenuti folli e irresponsabili:
brillano non in un domani di terrore, ma di un futuro gravido di vita!!!
SONO QUELLI RIVESTITI DEI SEGNI DI QUELLI CHE CREDONO (Mc 16,15-20):
- Scacciano i demoni: quelli della preoccupazione. Per questi non è tutto il denaro!!! Le sfide della vita non sono un ostacolo: nulla può impoverire la ricchezza dell’animo che crea e genera. Sotto i loro piedi, messo a tacere e annientato, è l’idolo del consumismo frenato che detta regole e impone uno stile di vita diventato assoluto. Il loro pensiero non si scrive sui fogli neri di come mai faremo, ma piuttosto in quelli di un cielo pulito dove vive una certezza scritta a caratteri cubitali: “Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome” (Sal90, 13-14).
- Parlano lingue nuove: dove i verbi non sono al passato e troncati dal futuro ma coniugati dentro un linguaggio presente che dona, vive. Perfezione di una vita che si consuma vera e non multimediale. Più che cercare una benedizione sono loro ad esserlo, più che ostentare immagini sui sociali alla ricerca di like, sono casa viva: dove il calore del disordine ed il consumarsi delle cose, le mani sporche di chi lavora il campo, le rughe di chi invecchia, solcate dalla fatica, il calzino riparato mille e mille volte, sono la garanzia di autenticità che apre il futuro ed espande la luce. Per loro non c’è posto nell’alloggio (Lc7,2), non certo trovano spazio in questo mondo che uccide il futuro e semina il buio in nome della democrazia, della libertà e di una falsa misericordia, che riscrive la perfezione sulle righe della morte decidendo chi, e chi non deve starci: povere anime innocenti abortite e poi usate nei laboratori; ammalati che sono un costo alla sanità che, come un alto valore di civiltà, devono abbracciare l’eutanasia; tutto per il nostro bene.
- Prendono in mano i serpenti: realizzando scuole parentali, togliendo dalle mani di poveri innocenti, questi mostriciattoli di cellulari che li deformano. Sanno fare scelte forti, non per creare un mondo a parte, ma per imparare ad attraversare le foreste, non cadono in facili trappole in cambio di privilegi e lascia passare, non indossando mascherine per non contaminarsi, ma piuttosto prendono in mano le sfide con coraggio. In loro vibra la “Parola” che li rende capaci di ciò che è impossibile: “sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,12-13). Sotterrare il talento per paura difatti è una tragedia: “il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti" (Mt 25,30).
- Bevono i veleni di questo mondo e non muoiono: non si diventa immuni con un vaccino, non si diventa immuni con una crema antietà, l’immunità di gregge è quella che molti si sono bevuti tutta di un fiato, due, tre e anche quattro volte e lo fanno ancora, e sono continuamente malati. L’immunità dei figli rivestiti dello Spirito e unti dell’olio della grazia non temono le malattie, non temono la morte, non temono la povertà, non temono, la fame. “In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm8,37). Non sono li a proteggere i figli, ad incappucciarli davanti ad un raffreddore, a sostituirli davanti ad ogni ostacolo: coloro che impediscono la sfida gettano veleno sui passi della vita, acido sul germe che cresce. Quelli che noi invece consideriamo disumani, sono coloro che insegnano a spiccare il volo dove il vento contrario è una grande opportunità per spingerli oltre: nel dissenso di questi due anni una palestra sulla spina dorsale, pronti per le sfide che li attendono.
- Impongono le mani e ci guariscono: non sono gli abbracci perfetti che vediamo su facebook, né i cuoricini che danzano su instagram, questi spariscono dopo il botto, sono infatti “fake news” dove ci caschiamo attratti da un romanticismo insapore e inodore.
Ci sono invece storie vere che bisogna cercare, sono vite che fanno bene al cuore, sono nomi scritti nel libro della Vita: “Chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco” (Ap 20, 15).
Sono stelle che brillano, come GREGORIO E GRAZIA LAGANÀ che sperimentando l’infinito e disumano dolore di Mirko, un ragazzo di due metri, con una carriera da nuotatore da fare i brividi, stroncato a 17 anni da un incidente stradale che gli ha tolto la vita. Loro non hanno smesso di generare vita, anzi da questa storia orribile, da questa ferita insanabile, o meglio, da questo chicco di grano prezioso che muore è nata l’Associazione "Mirko Piskeo" dove, nella Parrocchia di San Nicolò di Bari in Ganzirri prestano il loro servizio a giovani ragazzi e adulti con disabilità fisica, favorendone l'inserimento e la socializzazione e offrendo loro la possibilità di conoscere e vivere esperienze di laboratori creativi mirate all'acquisizione di metodologie. GREGORIO E GRAZIA che esplodono di Vita e di Fede si fanno promotori di proposte nuove per permettere loro di migliorare la propria qualità di vita, rendendo gradevole la loro quotidianità, troppo penalizzata da strutture sociali inadeguate.
Ed ora che giunto il vostro Anniversario non posso augurarvi messaggi sterili di uno spumante che per l’occasione, persino dolce e freddo esplode di festa? Non posso augurarvi fortuna affinchè il tempo che vi resta, sia pieno di sorprese, di quelle che piacciono a voi?
Forse vi do un pò di dispiacere se non sento per voi questi sentimenti. Molti di voi non siete mai venuti, e chissà se verrete quest’anno? La mentalità di questo secolo non trova eco nella mia Fede, nè queste coppie scoppiate da un gender sterile, che va di moda, ma dove, tolte le bende di una confusione di genere, non c’è un identità che si svela, ma piuttosto il dramma di famiglie che, fuori da ogni genere, sono un autentico e inconfutabile fallimento di questa società eunuca resa dagli uomini (Mt19,10-12). Non mi convince nessuna benedizione e non ne darò mai, poiché Dio non può benedire ciò che è stoltezza davanti alla creazione, piuttosto indicarvi “la porta stretta e la via angusta che porta alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7, 13-14): per tutti è accessibile, per chi perfino ha raggiunto il fondo delle proprie scelte e decide di volgersi verso la luce.
Prendo allora per voi, una preghiera, del grande Don Tonino, forse ci nauseano queste parole, ma possono darci uno squarcio di cielo su queste tante nostre famiglie ormai spente. Sono una bella dioincidenza, che mentre le sto scrivendo per voi, mi è giunta la notizia gioiosa della sua imminente Beatificazione.
“Santa Maria, donna del vino nuovo, quante volte sperimentiamo pure noi che il banchetto
della vita languisce e la felicità si spegne sul volto dei commensali! E' il vino della festa che vien meno.
Sulla tavola non ci manca nulla: ma, senza il succo della vite,
abbiamo perso il gusto del pane che sa di grano…
Muoviti, allora, a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose.
Solo così, le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all'orlo di significati ultimi.
E l'ebbrezza di vivere e di far vivere ci farà finalmente provare le vertigini.
Santa Maria, donna del vino nuovo, fautrice così impaziente del cambio,
che a Cana di Galilea provocasti anzitempo il più grandioso esodo della storia,
obbligando Gesù alle prove generali della Pasqua definitiva (Gv 2,1-11),
tu resti per noi il simbolo imperituro della giovinezza…
Liberaci, ti preghiamo, dagli appagamenti facili.
Dalle piccole conversioni sottocosto.
Dai rattoppi di comodo. Preservaci dalle false sicurezze del recinto,
dalla noia della ripetitività rituale, dalla fiducia incondizionata
negli schemi, dall'uso idolatrico della tradizione.
Quando ci coglie il sospetto che il vino nuovo rompa gli otri vecchi,
donaci l'avvedutezza di sostituire i contenitori.
Quando prevale in noi il fascino dello status quo,
rendici tanto risoluti da abbandonare gli accampamenti.
Se accusiamo cadute di tensione,
accendi nel nostro cuore il coraggio dei passi.
E facci comprendere che la chiusura alla novità dello Spirito
e l'adattamento agli orizzonti dai bassi profili ci offrono
solo la malinconia della senescienza precoce.
Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo, infine,
perché con le parole: Fate tutto quello che egli vi dirà
tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza.
E ci affidi il potere di svegliare l'aurora anche nel cuore della notte”.
Castanea 29 Dicembre 2023 P Mario Salvatore Oliva
BUON NATALE!!! ...vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere!!!
IL SEGNO un raggio di Luce che attraversa questa notte!!!
cieli si squarciano, vi pare poco??? Eppure sono passati, diciamo con qualche errore, 2024 anni!!!
Un raggio di luce oltre passa questa notte:
un grande dramma per questo mondo tenebroso che ci circonda ogni giorno!
Non c’è scienza che tenga, non c’è legge che possa fermare la sua forza penetrante, non c’è teologia che possa afferrarla in tutta la sua interezza: ci sfiora, ci penetra.
Abbiamo solo in gioco una scelta in pugno, quella di non farci sfiorare, ma non possiamo ignorarla, nè fare finta, neanche Erode ha potuto negarla anzi ha iniziato a tremare e non ha avuto più sogni tranquilli, e tremano ancora quelli che ricevono la sua staffetta, di generazioni in generazioni.
...i demoni del ricatto infame non sono riusciti a schiacciarla, a censurala, a zittirla!!!
E’ vero ci illudiamo che sono quattro gatti ma tremano dinanzi al loro insignificante numero, hanno la consapevolezza che però sono un lievito che fermenta (Mt 13,33) un piccolo seme che cresce (Mc4,27). Questi disposti a tutto non hanno dato valore ad una notte di discoteca, ad uno importante ed essenziale stipendio, unico sostentamento per vivere. Sono lì per tutti noi come una spina nel fianco, mentre ci aggrappiamo ad una giustificazione valida e giusta, mentre illudendoci che noi non potevamo, sono sempre li come un macigno che ci schiaccia, e schiaccia ogni voce che osa trovare una via di difesa, loro non sono scesi dalla croce, l’avrebbero potuto fare, in cambio di un lascia passare e di poter usufruire come privilegio diritti inalienabili.
...le lingue dei potenti, dei media, illusi di tenerci in pugno, non sono riusciti a plasmarla!!!
La voce che tuona, libera indipendente, smaschera questo mondo chiassoso, apparentemente ci si illude che ci sia libertà di pensiero, come il giornale di Famiglia Cristiana, dove nel caso di una pubblicazione di un articolo da parte della fraternità di “Verità e Riconciliazione”, lo ha accolto solo per screditarli con i loro linguaggi subdoli, obbedienti ad un sistema che li paga. E’ così per tanti altri sistemi, compresi quelli ecclesiali che lanciano nuove benedizioni, come caramelle, animati da una moderna inclusione, dietro contraddizioni continue, buttando affermazioni al vento senza luce, senza limpidezza, senza nessuna radice umana: è il loro modo di giudicare di etichettare, la loro spietatezza, arroganza a rivelare quello che sono, parlano di misericordia ma il loro linguaggio è feroce, implacabile, che nè quello di un latino arcaico né di un inglese affascinante, né di un italiano di continui tradimenti cambia il tono, distante dal linguaggio di chi li prende, quello, che in Palestina, sta imparando Don Emanuele.
...le loro agende non riescono ad acchiapparli, i loro algoritmi sono un fallimento!
Solo chi non vuol vedere non vede, solo chi è compromesso e schiavo dei loro meccanismi, di denaro, di potere, di un carrierismo accattivante, di egocentrismo appetitoso, che per allungare frange, rocchetti, merletti, vive nell’illusione di essere libero, di ottenere tutto. Come le volpi, che si credono furbe, siamo cascati dentro queste trappole, mente ci sbranano, ci divorano, ci riducono servetti di un potere folle, e poi, quando ridotti, pelle e ossa, ci consegnano agli inceneritori, senza più nessun valore, per fare spazio a chi viene dopo.
...i loro veleni ormai smascherati, non sono riusciti ad annientarla!!!
Possiedono sistemi sofisticati, veleni pericolosi che iniettano nella nostra società, nella scuola, nel tentativo di cambiare il nostro modo di pensare. Più che veleni sono anestesie del cuore, dell’umano: il veleno lo fanno prendere a noi illudendoci che lo facciamo per il nostro bene, per il bene dell’umanità, del clima, un prezioso atto d’amore, così non abbiamo nemmeno domande da porci. E dopo? Non possiamo prendercela con nessuno. Il vaccino per poterlo fare non l’abbiamo firmato piuttosto noi?! Non siamo noi che ci stiamo imbattendo in continui fallimenti, dentro tristezze croniche senza soluzione, mentre muore la nostra voglia di fare, di ribellarci, di andare contro corrente, nel dramma di una pelle che invecchia e che non accettiamo, immersi in dei soldi artificiali che diventano il nostro unico metro di misura, mentre moriamo giorno dopo giorno?! Questi dissidenti sono diventati immuni, ritenuti prima novax, poi complottisti, ora folli da ammutolire con l’effetto agente Smith, come evidenzia Matteo Gracis, parlando del film di Matrix. Annientati ed etichettati misteriosamente, vanno avanti e così, come non si sono punturati, non se lo fanno questo battesimo alla sanremo, né si bevono questo santo graal, passato per nuova religione, quello della scienza, non ci cascano in questa terminologia subdola usata per distrarci e poi eliminarci.
...con le loro dittature sanitarie non sono riusciti a mettergli le mani addosso!!!
Non li fregano con i loro slogan ormai scoloriti sui balconi, che ci ricorderanno solo quanto siamo stati stupidi, nè con le loro nuove medicine, mentre più che medici sono vampiri, ti succhiano il sangue fino all’ultima goccia, non sono loro che guariranno mai le nostre ferite, non sono loro a toglierci il male che alimentano per tenerci schiavi. C’è una forza interiore capace di guarire, c’è una medicina capace di distruggere la morte, c’è una forza di bene che vince sul male, e se anche questo potrebbe logorare il nostro corpo non avrà mai nessun potere per logorare e uccidere lo spirito di vita che ci abita. Se li osserviamo, le loro mani grondano di sangue, mani pulite lavate nel catino di Pilato, colletti e camici bianchi procurati dalle ONG, che non portano solo migranti, ma sono il nuovo mercato di una mafia che ormai ha spostato in alto le sue sedi: li aveva ben smascherato Borsellino e Falcone, celebrati proprio da loro che si presentano come i nuovi medici della società leale - solo per illuderci - e noi poveri illusi, altro che andrà tutto bene: difatti non stiamo proprio messi bene!
Buon Natale, certo gli auguri veri bisogna trovarli!!! Non so se ci accontentiamo di quel panettone della Ferragni, oppure del regaluccio sotto l’albero di natale, non so se l’estasi di un ebbrezza di zampogna e di suono della campana delle 5 del mattino possono darci tanto, sicuro che, prima del 6, lo sappiamo bene, che tutto sfuma e che tutto dura quanto l’effetto di una serata di ecstasy.
“Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore.
Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà,
giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore.
Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto,
ma piuttosto condannatele apertamente.
Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare,
mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce:
tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
"Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5,8-14).
Da questa notte, raggiunti da questo raggio di Luce che ha squarciato i cieli, questi auguri non sono certo graditi a tutti, auguri scomodi, come scrive Don Tonino Bello, ma sono gli Auguri di quelli che sono “disposti” a rivestirsi dei segni di quelli che credono. Non li troviamo sui bigliettini, né sugli slogan di instagram o nei balletti smorfiosi di tikTok, sono loro stessi questo Augurio: a natale e anche a pasqua e non cambiano a Pentecoste…
un ronzio che avremo sempre all’orecchio!!!
Non sappiamo se siamo ancora alla sera, oppure a mezzanotte, o forse al canto del gallo (Mc 13,35) di certo i “Figli della luce” (1 Tes 5,5) sono il “Segno vivo” di questo giorno nuovo, giunto a Betlemme ed esploso in quel mattino di Pasqua per infiammare il mondo in questo giorno perenne della Pentecoste e che nessuno potrà più fermare:
stai attento poichè se ti sfiora sei fregato, però vivo e non muori più. Auguri!!!
Castanea 20 Dicembre 2023 P Mario Salvatore Oliva
Un raggio di luce oltre passa questa notte:
un grande dramma per questo mondo tenebroso che ci circonda ogni giorno!
Non c’è scienza che tenga, non c’è legge che possa fermare la sua forza penetrante, non c’è teologia che possa afferrarla in tutta la sua interezza: ci sfiora, ci penetra.
Abbiamo solo in gioco una scelta in pugno, quella di non farci sfiorare, ma non possiamo ignorarla, nè fare finta, neanche Erode ha potuto negarla anzi ha iniziato a tremare e non ha avuto più sogni tranquilli, e tremano ancora quelli che ricevono la sua staffetta, di generazioni in generazioni.
...i demoni del ricatto infame non sono riusciti a schiacciarla, a censurala, a zittirla!!!
E’ vero ci illudiamo che sono quattro gatti ma tremano dinanzi al loro insignificante numero, hanno la consapevolezza che però sono un lievito che fermenta (Mt 13,33) un piccolo seme che cresce (Mc4,27). Questi disposti a tutto non hanno dato valore ad una notte di discoteca, ad uno importante ed essenziale stipendio, unico sostentamento per vivere. Sono lì per tutti noi come una spina nel fianco, mentre ci aggrappiamo ad una giustificazione valida e giusta, mentre illudendoci che noi non potevamo, sono sempre li come un macigno che ci schiaccia, e schiaccia ogni voce che osa trovare una via di difesa, loro non sono scesi dalla croce, l’avrebbero potuto fare, in cambio di un lascia passare e di poter usufruire come privilegio diritti inalienabili.
...le lingue dei potenti, dei media, illusi di tenerci in pugno, non sono riusciti a plasmarla!!!
La voce che tuona, libera indipendente, smaschera questo mondo chiassoso, apparentemente ci si illude che ci sia libertà di pensiero, come il giornale di Famiglia Cristiana, dove nel caso di una pubblicazione di un articolo da parte della fraternità di “Verità e Riconciliazione”, lo ha accolto solo per screditarli con i loro linguaggi subdoli, obbedienti ad un sistema che li paga. E’ così per tanti altri sistemi, compresi quelli ecclesiali che lanciano nuove benedizioni, come caramelle, animati da una moderna inclusione, dietro contraddizioni continue, buttando affermazioni al vento senza luce, senza limpidezza, senza nessuna radice umana: è il loro modo di giudicare di etichettare, la loro spietatezza, arroganza a rivelare quello che sono, parlano di misericordia ma il loro linguaggio è feroce, implacabile, che nè quello di un latino arcaico né di un inglese affascinante, né di un italiano di continui tradimenti cambia il tono, distante dal linguaggio di chi li prende, quello, che in Palestina, sta imparando Don Emanuele.
...le loro agende non riescono ad acchiapparli, i loro algoritmi sono un fallimento!
Solo chi non vuol vedere non vede, solo chi è compromesso e schiavo dei loro meccanismi, di denaro, di potere, di un carrierismo accattivante, di egocentrismo appetitoso, che per allungare frange, rocchetti, merletti, vive nell’illusione di essere libero, di ottenere tutto. Come le volpi, che si credono furbe, siamo cascati dentro queste trappole, mente ci sbranano, ci divorano, ci riducono servetti di un potere folle, e poi, quando ridotti, pelle e ossa, ci consegnano agli inceneritori, senza più nessun valore, per fare spazio a chi viene dopo.
...i loro veleni ormai smascherati, non sono riusciti ad annientarla!!!
Possiedono sistemi sofisticati, veleni pericolosi che iniettano nella nostra società, nella scuola, nel tentativo di cambiare il nostro modo di pensare. Più che veleni sono anestesie del cuore, dell’umano: il veleno lo fanno prendere a noi illudendoci che lo facciamo per il nostro bene, per il bene dell’umanità, del clima, un prezioso atto d’amore, così non abbiamo nemmeno domande da porci. E dopo? Non possiamo prendercela con nessuno. Il vaccino per poterlo fare non l’abbiamo firmato piuttosto noi?! Non siamo noi che ci stiamo imbattendo in continui fallimenti, dentro tristezze croniche senza soluzione, mentre muore la nostra voglia di fare, di ribellarci, di andare contro corrente, nel dramma di una pelle che invecchia e che non accettiamo, immersi in dei soldi artificiali che diventano il nostro unico metro di misura, mentre moriamo giorno dopo giorno?! Questi dissidenti sono diventati immuni, ritenuti prima novax, poi complottisti, ora folli da ammutolire con l’effetto agente Smith, come evidenzia Matteo Gracis, parlando del film di Matrix. Annientati ed etichettati misteriosamente, vanno avanti e così, come non si sono punturati, non se lo fanno questo battesimo alla sanremo, né si bevono questo santo graal, passato per nuova religione, quello della scienza, non ci cascano in questa terminologia subdola usata per distrarci e poi eliminarci.
...con le loro dittature sanitarie non sono riusciti a mettergli le mani addosso!!!
Non li fregano con i loro slogan ormai scoloriti sui balconi, che ci ricorderanno solo quanto siamo stati stupidi, nè con le loro nuove medicine, mentre più che medici sono vampiri, ti succhiano il sangue fino all’ultima goccia, non sono loro che guariranno mai le nostre ferite, non sono loro a toglierci il male che alimentano per tenerci schiavi. C’è una forza interiore capace di guarire, c’è una medicina capace di distruggere la morte, c’è una forza di bene che vince sul male, e se anche questo potrebbe logorare il nostro corpo non avrà mai nessun potere per logorare e uccidere lo spirito di vita che ci abita. Se li osserviamo, le loro mani grondano di sangue, mani pulite lavate nel catino di Pilato, colletti e camici bianchi procurati dalle ONG, che non portano solo migranti, ma sono il nuovo mercato di una mafia che ormai ha spostato in alto le sue sedi: li aveva ben smascherato Borsellino e Falcone, celebrati proprio da loro che si presentano come i nuovi medici della società leale - solo per illuderci - e noi poveri illusi, altro che andrà tutto bene: difatti non stiamo proprio messi bene!
Buon Natale, certo gli auguri veri bisogna trovarli!!! Non so se ci accontentiamo di quel panettone della Ferragni, oppure del regaluccio sotto l’albero di natale, non so se l’estasi di un ebbrezza di zampogna e di suono della campana delle 5 del mattino possono darci tanto, sicuro che, prima del 6, lo sappiamo bene, che tutto sfuma e che tutto dura quanto l’effetto di una serata di ecstasy.
“Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore.
Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà,
giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore.
Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto,
ma piuttosto condannatele apertamente.
Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare,
mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce:
tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
"Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5,8-14).
Da questa notte, raggiunti da questo raggio di Luce che ha squarciato i cieli, questi auguri non sono certo graditi a tutti, auguri scomodi, come scrive Don Tonino Bello, ma sono gli Auguri di quelli che sono “disposti” a rivestirsi dei segni di quelli che credono. Non li troviamo sui bigliettini, né sugli slogan di instagram o nei balletti smorfiosi di tikTok, sono loro stessi questo Augurio: a natale e anche a pasqua e non cambiano a Pentecoste…
un ronzio che avremo sempre all’orecchio!!!
Non sappiamo se siamo ancora alla sera, oppure a mezzanotte, o forse al canto del gallo (Mc 13,35) di certo i “Figli della luce” (1 Tes 5,5) sono il “Segno vivo” di questo giorno nuovo, giunto a Betlemme ed esploso in quel mattino di Pasqua per infiammare il mondo in questo giorno perenne della Pentecoste e che nessuno potrà più fermare:
stai attento poichè se ti sfiora sei fregato, però vivo e non muori più. Auguri!!!
Castanea 20 Dicembre 2023 P Mario Salvatore Oliva