Epistolario

Mag 2022


PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO 2022

UN MONDO PIU’ UMANO E’ POSSIBILE!!!
    Dinanzi agli eventi che segnano il futuro della nostra Parrocchia e del nostro territorio Parrocchiale in occasione delle prossime votazioni della nuova Amministrazione Comunale, sento fortemente la responsabilità di far sentire i miei sentimenti Paterni verso ognuno di voi: l’omertà, l’ipocrisia, la paura che spesso ci sovrasta, ci rendono complici del nostro futuro: non possiamo delegare ad altri le nostre responsabilità e né poi cercare scampo nella giustificazione ipocrita di non essere stati a conoscenza di certe realtà. Proprio questo mi spinge a scrivervi, con il cuore in mano prendendo coscienza della realtà precaria e di sopravvivenza delle nostre frazioni: a pagare il prezzo più alto, di tanta vendetta, non sono proprio io (per quanto mi aspetto di tutto sul mio conto). Se non ci sarà cambiamento su questa traiettoria, tracciata senza pietà, ci toccherà l’amarezza di vedere le mucche e i maiali, che per ora pascolano incustodite nelle nostre frazioni a farlo anche dentro le nostre Chiese, abbandonate e distrutte, nel pericolo evidente di trovarvi ridotti ai minini termini e estinguervi senza speranza, che S. Ugo che ama la sua terra, e l’ha benedetta con la sua santità, ci mostri ancora tutto il suo amore!!!.
Faccio miei i sentimenti dell’Apostolo Paolo: “soltanto poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza” 2Corinzi 11,1-3.
Certo qualcuno sorpreso possa giudicare inopportune le mie parole e fuori luogo, come è successo a Don Tonino Bello a “Samarcanda” di Michele Santoro, quando, attaccato dal giornalista Mario Cervi sulle questioni della guerra del Golfo e sull’obiezione di coscienza militare, chiedeva di cosa dovesse occuparsi un vescovo, se del numero di candele sull’altare o della dignità dell’uomo messa a repentaglio da politiche scellerate.
Non posso dunque tacere dinanzi a tanta “inumanità”: calpestati, denigrati da sistemi di potere che sopravvivono seminando paura, con il linguaggio del ricatto, di compromessi nascosti e favoritismi evidenti dove se ti sottometti puoi fare tutto, anche l’abusivismo più spietato, se osi opporti vieni messo sotto tortura finchè non sparisci.
Quante volte, molti di voi, e anche chi mi collabora, spinto dal desiderio buono di proteggermi, mi invita alla rassegnazione, evidenziando che la morale, e i discorsi di Gesù poco aiutano alla sopravvivenza anzi ti espongono al pericolo e ti gettano nei guai. Vi ho spronato dal primo giorno, e non mi stancherò di farlo, con numerose lettere e anche con la mia testimonianza, ad avere il coraggio di opporci a questa logica che uccide e calpesta: lo sappiamo bene che la nostra gente è dovuta emigrare non solo per un pezzo di pane ma anche per un forte desiderio di libertà e di dignità, lo sappiamo tutti, anche se ce lo diciamo dietro le quinte, che se non ti sottometti a certi sistemi, la vita dalla nostre parti diventa invivibile!!!
Quanto brucia e ferisce questa realtà, non solo perchè lo tiro fuori dalle vostre tante vicende, che mi confidate con le lacrime agli occhi e le cicatrici profonde delle vostre delusioni, in questo quinquennio, lo rivela la storia triste di una sete di vendetta inflitta alla nostra Parrocchia. Non dobbiamo più tacere! Dobbiamo avere il coraggio di elevare in questo momento, così colmo di tante incertezze sul nostro futuro, un parola colma di “UMANITA’”. “Privilegiate l’uomo più che la pietra”, più che le opere materiali. Ricostruire l’uomo vale infinitamente più che costruirgli la casa” (Don Tonino Bello).
E’ infatti la dignità umana che viene calpestata con orrore, con atteggiamenti vergognosi, vendicativi, senza rispetto della Fede, della Chiesa e dei suoi Ministri. In questo degrado di valori, mai avremmo pensato che si potesse arrivare fino a tanto e fino alla follia, pur di eliminare e distruggere una Parrocchia, per il solo fatto che non si è piegata alle minacce, ai ricatti, alle intimazioni, alle vendette, e infine, ad una denuncia terrificante verso una Parrocchia che si spende con amore e passione per queste frazioni, l’unica ad animare tanta vita sociale nel periodo estivo.
Non è stato nel nostro stile non riconoscere e non rispettare le Amministrazioni, rimanendo imparziali da ogni ideologia politica. Consideriamo lodevoli e benediciamo quanti hanno desideri di bene verso il senso civico, nella libertà delle proprie inclinazioni, qualunque esse siano, rimanendo liberi da ogni compromesso. Nell’estate del 2016,durante la Festa di S. Basilio, avevamo colto i sentori di un atteggiamento ostile verso le nostre manifestazioni. Sorpresi per la  presenza di un ristoratore che, metteva in difficoltà il sostentamento delle nostre attività, che si svolgono in piccoli territori precari, e poveri di risorse, siamo stati richiamati dall’Amministrazione, sul palco della piazza, al senso del rispetto della legge, giudicando illecita la richiesta di una sensibilità umana a sostegno del nostro faticoso impegno, (Palco che, senza il rispetto delle nostre manifestazioni, è stato usato per calpestare la dignità del paese intero, quando per la precarietà di acqua si rimproverava il paese, con parole volgari, di usarla per irrigare gli orti e non per lavarsi). Con umiltà e senza presunzione, anche per calmare gli animi, abbiamo seguito la prassi legislativa, avallando la richiesta dell’esclusiva, non abbiamo fino ad oggi ricevuto nessun riscontro, piuttosto quella di vedere, nell’ultima Festa della Nocciola, un ristoratore che veniva accompagnato dall’Amministrazione Comunale per riservargli l’uso del suolo pubblico.
L’ostilità si è fatta comunque chiara quando il Consiglio Pastorale della Comunità di S. Basilio, nel Marzo del 2019, ha scelto di installare un dissuasore all’ingresso della Piazzetta della Chiesa, per porre fine ad una situazione degenerata, di uso improprio e ineducato di alcune famiglie, a parcheggio privato. A suo tempo P. Paolo Impalà, anche Lui esasperato dalla situazione, negli anni 90 aveva installato un cancello, che ho rimosso, con grande errore, non condividendo il segnale di chiusura verso la nostra Chiesa. E’ evidente che, se si giunge ad una scelta così drastica, è perché ci siamo accorti, dinanzi ad atteggiamenti di particolare ineducazione e di arroganza, apparsi sui social, dove siamo stati diffamati di simonia, del pericolo di perdere un bene ecclesiale, che va invece, con mia responsabilità, tutelato senza permettere a nessuno di essere calpestato e usato come bene privato. Con l’installazione di un dissuasore il nostro intento non era quello di impedire l’ingresso ma di non permettere tale abuso e riconsegnare il sagrato alla Comunità tutta. La scelta è stata subito protocollata all’Amministrazione, anche se non ne avevamo nessun obbligo, solo per un gesto umano di collaborazione, esprimendo la totale disponibilità, consegnando a quanti addetti alla raccolta differenziata il telecomando per l’accesso, riconsegnatoci subito dopo dietro ordine imposto e ripreso in un secondo tempo  quando sono stati liberati da tali condizioni. Da questa vicenda, una collaboratrice della Parrocchia, ha ricevuto una telefonata intimidatoria da parte dell’Amministrazione Comunale. Nonostante siano stati invitati a contattarmi per un chiarimento insieme al Consiglio Pastorale, con atteggiamento arrogante e ineducato nei confronti delle nostre Comunità, siamo stati invitati a rimuoverlo, pena la rimozione forzata. In quei giorni ho subito un grave incidente, mentre lavoravo per le nostre Comunità, ricoverato a Palermo ho dovuto affrontare un delicato intervento per recuperare il dito della mano sinistra troncato dalla troncatrice. L’intimazione giunta sul letto dell’ospedale, firmata dall’Amministrazione Comunale, rivela la più grande disumanità, ferita profonda alla nostra Parrocchia. Quegli atteggiamenti sensibili e umani, che animano questi momenti, sono arrivati invece solo da Salvatore Bartolotta, oggi candidato nella 1 Lista che, nonostante stava subendo un intervento delicato al rene a Pisa, per una situazione molto più grave della mia, ha avuto la delicatezza di un gesto veramente umano, libero da ogni fine e interesse, che mai potrò dimenticare, verso i miei confronti e tutta la Parrocchia, riconoscendo il nostro impegno e il nostro lavoro.
A questa intimazione, ne è seguita un’altra, non considerando per nulla la risposta della Curia di Messina, che certamente non poteva non attendersi, dinanzi ad una rivendicazione di proprietà di territorio Parrocchiale, senza nessun fondamento giuridico, ma appellandosi alla realizzazione di una pavimentazione, fatta con fondi amministrativi, (Non riusciamo a trovare la normativa, che riconosce il passaggio di proprietà di un bene Ecclesiale all’Ente Amministrativo solo per il fatto di aver finanziato un intervento), al passaggio della rete fogniaria, e al servizio dell’illuminazione pubblica. (L’illuminazione successivamente è stata interrotta comunicandoci il pericolo dei rami che la ostruivano: l’intervento, effettuato tempestivamente e comunicato all’Amministrazione, fino ad oggi, non ha avuto nessun riscontro della ripresa del servizio donato alla Comunità, proprio comprendendo il gesto, il Consiglio Pastorale ha scelto di inaugurare, nella prossima Festa di S. Basilio, la nuova Illuminazione in ricordo di Francesco Calcagno deceduto così giovane nella nostra Comunità).
Dopo questa vicenda incresciosa sono seguite numerose persecuzioni, che miravano principalmente alla rimozione del mio incarico presso la nostra Parrocchia. E’ chiaro ed evidente che a pagare il prezzo alto è la Comunità Parrocchiale, poichè personalmente ed egoisticamente potrei trovare beneficio nell’avvicinarmi ai miei Genitori anziani.
Durante l’avviamento per l’inizio dei lavori sulla Chiesa di Badiavecchia, seguiti dall’Amministrazione Comunale si sono dimostrati totali e unici esecutori e responsabili, non tenendo conto della responsabilità del Legale rappresentante della Parrocchia a tal punto che il Giovedì Santo mattina avevano decretato, senza nessun riscontro, di fare un sopralluogo, inconsiderevoli della mia assenza giustificata, in quanto tutti i Sacerdoti siamo impegnati per la Celebrazione Crismale con il nostro Arcivescovo. (Ci è pervenuto, non a me ma ai miei collaboratori, l’ordine di aprire la Chiesa: con mia sorpresa, fino ad oggi non ho avuto mai nessun riscontro personale e diretto con l’Amministrazione). E’ terrificante quello che ho potuto trarre, dalle telecamere della video sorveglianza delle nostre Chiese, (Autorizzate dalla Curia Arcivescovile di Messina con documento accessibile nell’archivio parrocchiale), parole volgari, denigratorie sul mio conto. Sono stato dichiarato incapace di intendere e volere, nonostante qualcuno tra i presenti, con altrettanto volgarità, invitava a controllarsi per non mettere tutta l’Amministrazione in pericolo, soprattutto i responsabili dei lavori. Consegnata la Chiesa era evidente la grande sete di Vendetta, quando, i Responsabili della Soprintendenza delle belle Arti, venivano incitati a relazionare gli interventi fatti nella nostra Chiesa. In un altro sopralluogo da parte della Soprintendenza delle belle Arti, durante i lavori, dove non siamo stati nemmeno interpellati, ci siamo accorti dalla Telecamera, che venivano incitati a denunciarci; giustamente, i responsabili dell’Ente della Soprintendenza, facevano notare l’ampio spettro delle responsabilità Amministrative sul territorio.
Nel Luglio 2019, durante la Festa di S. Basilio, la presenza dell’Amministrazione ha cercato con ogni mezzo di provocare gli animi e creare la divisione a discapito della nostra Comunità, non contenti per non esserci riusciti per il loro diniego dello scambio di pace nella Celebrazione, hanno tentato durante tutta la Processione e non soddisfatti, nella piazza, dove la provocazione è degenerata, ci sono riusciti in parte con alcuni, ma l’intenzione era piuttosto quella di provocare la mia persona. Disgustati della mia resistenza, con vilipendio verso il mio Ministero e del luogo sacro della Chiesa, un rappresentante dell’Amministrazione si è precipitato in Chiesa interrompendo il mio discorso, e denigrando il mio ministero, mi ha invitato ad uscire fuori, cosa che non ho fatto, definendo la nostra Comunità un ambiente mafioso. Ho dovuto allontanarmi, quando invitato da alcuni  a  scusarsi, rientrando in Chiesa si è rivolto inveendo nei miei confronti, non lo più rivisto da allora.
Con enorme perplessità su come si stavano svolgendo gli interventi sulla Chiesa di Badiavecchia, e non ricevendo riscontro dai responsabili, abbiamo chiamato in causa l’Ufficio Tecnico della Curia.  Il mio Confratello e compagno di Seminario, P. Giovanni Scimone, si è precipitato per un sopralluogo. Con disgusto, per il gesto fatto e la cattiveria vendicativa sul nostro operato, è stato sviato dagli interventi della Chiesa e accompagnato, a mia insaputa, verso le nostre Comunità, diffamando i miei interventi fatti nelle Comunità e accusandomi di abusivismo (Chiedo a tutti voi una chiarificazione, poichè faccio fatica a trovare un nesso logico, quando,  camminando da S. Marco, passando da Badiavecchia per giungere a S. Basilio, mi sembra strano  che la Legge permette delle eccezioni, oppure piuttosto, c’è qualcosa che non torna a chi non si piega alle loro volontà). E’ rimasto perplesso P. Giovanni cogliendo subito la situazione, in quanto nell’Arcivescovado era già piombata l’Amministrazione per diffamarmi e chiedere pertanto la mia rimozione. A Gennaio, infatti, era venuto il Vescovo Mons Cesare Di Pietro, costatando la non veridicità, grave, di quanto era stato riferito sul nostro operato, cogliendo la straordinaria partecipazione, la testimonianza preziosa della fede di Orietta nel letto della sua malattia, della nostra accoglienza e lavoro svolto: quella sera una grande festa e una bella fraternità abbiamo vissuto nei locali di S. Basilio.
La loro sete di vendetta purtroppo li incitava ad ogni azione, in quanto non produceva il risultato desiderato, tanto che, senza dignità dei nostri fratelli defunti e rispetto della loro umanità, sono giunti a dissacrare le tristi vicende della vita, diffamandomi in un articolo della Gazzetta del Sud. Non contenti, durante la Pandemia, hanno cercato di tutto per cogliermi in fallo, inviando per ben due volte, i Carabinieri: la prima volta durante la Celebrazione della Domenica delle Palme per un sopralluogo, trovandoci in regola secondo le norme amministrative; la seconda, mentre Orietta spirava, in quanto in una diretta streaming Katia Giamboi non aveva messo la mascherina. Il Maresciallo mortificato, si scusava di tali gesti, ma vista la situazione di emergenza, non poteva respingere le segnalazioni che provenivano dall’Amministrazione. Noi disorientati più di Lui di una disumanità sconvolgente, sia per il momento tragico della perdita di Orietta e sia per la nostra Katia che veniva usata senza nessuna delicatezza verso la sua Malattia: si può arrivare fino a tanto? (Siamo riconoscenti della loro vicinanza e del loro sostegno in questi momenti di particolare sofferenza, siamo inoltre riconoscenti della loro presenza nell’accogliere il nostro Arcivescovo nei due grandi Eventi, di Orietta e dell’inaugurazione della Chiesa di Badiavecchia).
Da li a poco è seguito il sopralluogo da parte della Polizia Municipale, sul mio conto, in riferimento ai lavori di Badiavecchia, disgustato per il gesto di mancanza di totale rispetto, di delicatezza verso il mio Ministero, senza nessuna certificazione, venivo trattato come un delinquente. Ho dovuto far notare, ai responsabili dei Lavori, della drammaticità degli eventi, in quanto piuttosto di controllare i lavori, che evidenziavano molte perplessità, si sceglieva piuttosto di controllare un Parroco per intimarlo a tacere e per eliminarlo con il terrore: infondo il loro linguaggio funziona così con chi non si sottomette. La follia di una vendetta evidentemente gli fa sfuggire l’evidenza inconfutabile di dichiarare senza nessun rispetto che la legge non è più uguale per tutti e punisce severamente chi osa appellarsi a questa Amministrazione. All’inizio di questa Amministrazione pensavamo che erano sensibili verso il nostro impegno faticoso per il bene della Comunità, erano in sintonia con il nostro lavoro e non vedevano nulla di strano, ora ad un tratto vedono quello che prima non vedevano e ciò che dovrebbero vedere, con responsabilità, lo ignorano per i loro tornaconti: strano ma vero! Nonna Angela Buemi di S. Basilio, qualche giorno prima di morire, mi raccontava che tornando dalla Svizzera, per non diventare schiava di certi favoritismi, ha dovuto con fermezza liberarsi da questa logica che calpestava la sua libertà, non vendendosi e svendendosi a nessuno e solo confidando nei suoi sacrifici era felice di aver vissuto una vita piena di soddisfazioni ricca di vere amicizie che le sono state affianco fino alla fine.
L’ultimo gesto di una degenerazione totale è stata quella della Denuncia depositata alla Caserma dei Carabinieri a fine Maggio del 2020 comunicatami nel giorno della Messa Crismale, che quell’anno fu Celebrata nella settimana di Pentecoste, (saranno coincidenze, per me sono segni che scendono dal Cielo per indicarci la certezza della forza di chi crede nella Luce: “La luce è venuta nel mondo e le tenebre non l’hanno vinta” Giovanni 1). I reati su cui sono stato denunciato sono: “violazioni di domicilio, invasioni di terreni o edificio, turbativa violenta del possesso di cose immobili, danneggiamento”. Dinanzi a questo gesto così assurdo non è tardata la Paternità del nostro Arcivescovo Mons Giovanni Accolla che da mesi cercava di sostenerci in tutti i modi, e venendoci a trovare agli inizi di Giugno a S. Basilio, con ammirazione ha colto il sostegno numeroso delle tre Comunità al proprio Parroco e all’intera Comunità. Numerosi rappresentanti delle nostre tre Comunità sono rimasti in Chiesa per più di tre ore a testimonianza di quel bene che in questi anni è stato svolto nella nostra Parrocchia, consegnando all’Arcivescovo una ricca e intensa lettera di quanto abbiamo realizzato in tutti questi anni. Il nostro Arcivescovo, dandoci coraggio, ha subito colto la gravità di così tanta persecuzione. Gli siamo grati per il sostegno, per la vicinanza, per l’amore dimostratoci, avendo colto la preziosa Testimonianza di Orietta nel Celebrare i suo Funerali, tornando a Settembre, e poi ad Ottobre dello scorso anno per inaugurare la Chiesa di Badiavecchia, dopo i terrificanti eventi che hanno accompagnato il restauro.
Ci teniamo infine mettere in evidenza che alla riconsegna della Chiesa, avvenuta alla fine del 2020, come avevamo percepito bene in precedenza, (Perplessità evidenziate nella dichiarazione di consegna della Chiesa a conclusione dei lavori che si sono rifiutati di firmare) si sono verificate delle infiltrazioni di acqua dal tetto nuovo, in quanto tra le due campate non è stata posta nessuna guaina di protezione, (Nessuno controllava, ad essere controllati eravamo solo noi).
Durante l’Estate del 2020 inoltre siamo stati invitati a liberare le aule delle Scuole dove tenevamo alcuni beni delle nostre Comunità, l’intento però finale era buttarci fuori dall’Oasi Perfetta Letizia di Badiavecchia, lì hanno trovato non poche difficoltà, grazie al nostro Arcivescovo che ha messo in evidenza il loro abuso, essendo una costruzione dove non possono vantare nessuna proprietà, realizzata sul territorio di proprietà della Chiesa come evidenzia un documento storico conservato in archivio.
Comprendete il motivo delle mie parole, non possiamo e ne dobbiamo dare voce ai sentimenti umani della paura, né a quella delle conseguenze che potremmo subire a causa di Cristo e della nostra Fede, è in gioco la nostra coerenza, la mia credibilità nell’annunciare il mistero di Dio che si è fatto uomo e che ha ricolmato la nostra umanità della sua presenza: chi calpesta l’uomo calpesta Dio stesso.
Non possiamo stare in silenzio dinanzi alla paura che circonda i nostri territori, alla libertà calpestata, ai favoritismi che opprimono e rendono schiavi: quando riusciremo a liberarci da questo vortice di morte che ci sta annientando e che ci ha fatto fuggire dalle nostre terre? Quando avremo il coraggio di scegliere liberamente, dinanzi ai valori della dignità dell’uomo, del rispetto, del bene comune e non con la paura di subire cosi tanto male? Noi tutti siamo responsabili!!!
E’ questo senso umano, che non deve sfuggirci, la dignità dell’uomo non deve essere calpestata, ed è questo messaggio che desidero che tocchi il cuore di quanti si sono candidati, c’è sempre tempo per accogliere la conversione, ci si può ravvedere prendendo coscienza della gravità dei gesti, non possiamo però vivere nell’utopia, la realtà di quanto noi speriamo vive solo nell’attesa di quanto ancora non percepiamo. La nostra Parrocchia è aperta alla Riconciliazione, ma solo quando questa si realizza nella verità e nel desiderio di un autentico cambiamento, senza queste fondamenta nessuna riconciliazione può chiamarsi tale, forse piuttosto una atteggiamento buonista, dove il placarsi di un fuoco che arde lascia sotto la cenere i carboni ardenti di una sofferenza e di lacerazioni non risanate: non si getta il pane per strada; non si può cercare ciò che non risulta esistere!!! Non si chiude il cuore a quanti, con umiltà e riconoscenza del male che hanno generato verso tutto il nostro territorio, sanno chiedere perdono, non perché noi lo chiediamo o lo pretendiamo, ma perchè nasce spontaneo in chi sa scorgere la luce, e sa comprendere il valore alto del bene che eleva e non annienta.
A tutti pertanto la responsabilità di questi preziosi eventi. A quanti si sono candidati manifestiamo gli Auguri di un quinquennio di UMANITA’ VERA, Gesù ci liberi dalle frecce infuocate del maligno, dissolva quanti non si danno pace finché non abbiamo pagato il prezzo dei loro misfatti e tracci un futuro gravido di bene di unità, così lacerata da tanto odio seminato, da tanta umanità calpestata: non abbiamo solo bisogno di opere ma di vera umanità che in questi tempi è stata molto denigrata a causa di una dittatura sanitaria imposta attraverso un ricatto, lacerando la nostra libertà di scelta.
 
           Comunità dei Santi Ugo Basilio Marco 25 Maggio 2022                     P. Mario Salvatore Oliva

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