
...QUARESIMA!!! Camminiamo protesi verso la meta, ...la Parola si compie!!!
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi!!!
Si diffondono prepotenti e inumani le urla di certe canzoni, dove non più ci eleva la bellezza di qualcosa che accade, e che nonostante tutto vince la morte, la sofferenza, il buio che ci opprime…,
ma piuttosto trova eco il gusto del grido,
travolti dagli applausi di un mondo cieco che spasima inebriato
davanti ad idoli di muscoli, di teatrini montati ad hoc,
di marketing perfetti pronti ad incastrarci
verso vicoli di oppressioni, di depressioni, di una vita, che consumata, si segna di ferite.
Circolo vizioso di morte, mentre sul cubo dei nostri social, l'idolo più che canta urla…
… ieri il turno di Mahmood e Blanco, oggi Only, Fedez…
e altri in fila aspettano il loro turno, in un treno diretto verso l'inferno, ...per tutti inclusivo!!!
Intelligenza artificiale impeccabile, sistemi multimediali di ultima follia, e sul podio di reels, storie, e tiktok sempre aggiornati, sfoggiamo l'ultimo brivido, prima di scomparire per sempre, quando passato di scena, sei di troppo, e pure inutile.
Il tour dell'angelo della morte per uccidere le primizie, iniziato in Egitto, non è terminato, e non terminerà se non nell’ultimo giorno, quando la Babilonia sarà precipitata negli inferi... “Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando: "Con questa violenza sarà distrutta Babilonia, la grande città, e nessuno più la troverà” (Ap 18,21).
Rendere sterile ogni cosa è il suo piano diabolico: sterili le nostre campagne ormai devastate da pannelli solari e pale eoliche; sterili le nostre vite che consumano e non creano; sterili le nostre famiglie che vedono già un solo figlio un grande ostacolo per il proprio successo.
Ogni primizia è abbattuta, quella di una gioventù inerme, impassibile,
risultato perfetto di un esperimento riuscito!!!
...demotivati, soli, divorati da un mondo virtuale senza sogni, senza desideri,
dentro corpi scolpiti e tatuati, dove nella sottile pelle, ancora giovane,
grido di storie vissute, come se avessero attraversato un secolo
e invece, hanno solo appena vent’anni, consumati e finiti.
… questo angelo però non può sfiorare
quanti sono stati segnati dal sangue dell’Agnello (Es 12,22; Ap 7,14)
“È cristo che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore!!!” (Col 1,13).
“I poveri che hanno accolto il lieto annuncio” (Lc 4,18), non si confondono davanti a post venduti e finanziati di un “corriere della sera”, di un “avvenire” dove ormai solo con il microscopio si riesce ancora a scorgere qualche poco di cristiano, e di tanti altri rotocalchi venduti al vagone diretto all’inferno, che ha ben promesso successo, soldi, carriera, cattedre, in ogni angolo e su ogni presbiterio, in cambio della loro anima. “Nella grande prova della tribolazione, la loro gioia sovrabbondante e la loro estrema povertà hanno sovrabbondato nella ricchezza della loro generosità (2Cor 8,2).
“I prigionieri liberati dalla Fede” (Lc 4,18) nella Morte di Cristo sono usciti dai sepolcri - le rocce si spezzarono (Mt 27,51). Attraversano il deserto, mentre i morsi della sete, di tante ingiustizie; della fame, di un pane inquinato; non hanno potere su di loro. Grazie a quel legno, dal cui costato è sgorgato un fiume che guarisce (Gv 19,34), risana, vivifica, ci è tutto chiaro!!! Chiaro che la farina di molluschi e le ali di mosche macinate, pronte nelle moderne camere a gas, è tutto stato realizzato per il bene della natura e per il nostro bene… Ci mordono da ogni parte ma siamo diventati immuni grazie alla sua Parola. Liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza (Gc 1,21).
“I ciechi che hanno recuperato la vista” (Lc 4,18) attraversano la notte accompagnati dalla Colonna di Fuoco dello Spirito, ci vedono chiaro, come Don Tonino a Tricase che, in quella notte dinanzi ad un mare di paure e di incertezze, fissando la luce lontana di quella Lampara, non si è lasciato abbattere dalle onde, luce che riscalda il cuore di chi non guarda ciò che ci circonda ma vede chiara già l’aurora e dorme con Gesù tranquillo sulla barca (Mt 8, 23-26) . “Dai ad essi, Signore, la volontà decisa di rompere gli ormeggi. Per liberarsi da soggezioni antiche e nuove. La libertà è sempre una lacerazione! Non è dignitoso che, a furia di inchinarsi, si spezzino la schiena per chiedere un lavoro «sicuro». “...Non è giusto attendersi dall'alto le «certezze» del ventisette del mese. Stimola in tutti, nei giovani in particolare, una creatività più fresca, una fantasia più liberante, e la gioia turbinosa dell'iniziativa che li ponga al riparo da ogni prostituzione…” (La preghiera sul molo Don Tonino Bello)
“Gli ex oppressi irremovibili” (Es 15) non temono i faraoni di turno: li inseguono pure, tanto saranno travolti nelle onde di questo mare, ormai in tempesta, e negli abissi, non avranno scampo e ne salvezza (Gc 1,21). Le mura possenti di Gerico impenetrabili cadono davanti alla forza di chi crede (Gs 6), di chi non si lascia inoculare, di chi con un rosario in mano rovescia i potenti dai troni e fa morire di terrore il poverino Pilato, che pensando di averla scampata lavandosi le mani, spiazzato dal mattino di Pasqua, non può che rassegnarsi a quella scabbia che gli è rimasta sotto la pelle. “Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo” (2Col,15).
Camminiamo dunque protesi verso la méta: “dimenticando ciò che - ci - sta alle spalle e -protesi - verso ciò che - ci - sta di fronte, - corriamo - verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,14)
La Quaresima è il tempo del deserto…
Danziamo per ciò che si compie, per la luce che risplende,
per le catene della morte che si spezzano e i massi del sepolcro che esplodono!!!
La Parola si compie, non temiamo!!! (Lc 4,20)
Verso la Pasqua non con il correre di un fariseismo che ci cementa nel sepolcro, non con scene di statue che scendono e salgono e nel venerdì santo sfoggiano nel selfie dei nostri telefonini, rassegnati e inermi nei cunicoli della morte...
Tutto questo sfuma all'ultimo tocco di campana che lenta accompagna la nostra morte.
Pasqua è uscire da questo sabato santo: “Sorgi, allontaniamoci di qui.
Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino,
ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita,
ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono.
Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero.
Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita,
la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole,
è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli” (Ufficio delle letture Sabato Santo)"
Non ci sono uova da confezionare, né colombe da far volare, piuttosto ci si sei “Tu”
che segnato da Lui, sei primizia di un pane nuovo, senza lievito:
“Cambiare è possibile. Per tutti.
Non c’è tristezza antica che tenga.
Non ci sono squame di vecchi fermenti
che possano resistere all’urto della grazia.
Pasqua, festa che ci riscatta dal nostro pesante passato.
Non per nulla, noi la celebriamo
spezzando quel pane azzimo
che vuole essere per tutti simbolo
e fermento di novità. (Don Tonino Bello)
Tricase 23 Febbraio 2025
P Mario Salvatore Oliva
ma piuttosto trova eco il gusto del grido,
travolti dagli applausi di un mondo cieco che spasima inebriato
davanti ad idoli di muscoli, di teatrini montati ad hoc,
di marketing perfetti pronti ad incastrarci
verso vicoli di oppressioni, di depressioni, di una vita, che consumata, si segna di ferite.
Circolo vizioso di morte, mentre sul cubo dei nostri social, l'idolo più che canta urla…
… ieri il turno di Mahmood e Blanco, oggi Only, Fedez…
e altri in fila aspettano il loro turno, in un treno diretto verso l'inferno, ...per tutti inclusivo!!!
Intelligenza artificiale impeccabile, sistemi multimediali di ultima follia, e sul podio di reels, storie, e tiktok sempre aggiornati, sfoggiamo l'ultimo brivido, prima di scomparire per sempre, quando passato di scena, sei di troppo, e pure inutile.
Il tour dell'angelo della morte per uccidere le primizie, iniziato in Egitto, non è terminato, e non terminerà se non nell’ultimo giorno, quando la Babilonia sarà precipitata negli inferi... “Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando: "Con questa violenza sarà distrutta Babilonia, la grande città, e nessuno più la troverà” (Ap 18,21).
Rendere sterile ogni cosa è il suo piano diabolico: sterili le nostre campagne ormai devastate da pannelli solari e pale eoliche; sterili le nostre vite che consumano e non creano; sterili le nostre famiglie che vedono già un solo figlio un grande ostacolo per il proprio successo.
Ogni primizia è abbattuta, quella di una gioventù inerme, impassibile,
risultato perfetto di un esperimento riuscito!!!
...demotivati, soli, divorati da un mondo virtuale senza sogni, senza desideri,
dentro corpi scolpiti e tatuati, dove nella sottile pelle, ancora giovane,
grido di storie vissute, come se avessero attraversato un secolo
e invece, hanno solo appena vent’anni, consumati e finiti.
… questo angelo però non può sfiorare
quanti sono stati segnati dal sangue dell’Agnello (Es 12,22; Ap 7,14)
“È cristo che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore!!!” (Col 1,13).
“I poveri che hanno accolto il lieto annuncio” (Lc 4,18), non si confondono davanti a post venduti e finanziati di un “corriere della sera”, di un “avvenire” dove ormai solo con il microscopio si riesce ancora a scorgere qualche poco di cristiano, e di tanti altri rotocalchi venduti al vagone diretto all’inferno, che ha ben promesso successo, soldi, carriera, cattedre, in ogni angolo e su ogni presbiterio, in cambio della loro anima. “Nella grande prova della tribolazione, la loro gioia sovrabbondante e la loro estrema povertà hanno sovrabbondato nella ricchezza della loro generosità (2Cor 8,2).
“I prigionieri liberati dalla Fede” (Lc 4,18) nella Morte di Cristo sono usciti dai sepolcri - le rocce si spezzarono (Mt 27,51). Attraversano il deserto, mentre i morsi della sete, di tante ingiustizie; della fame, di un pane inquinato; non hanno potere su di loro. Grazie a quel legno, dal cui costato è sgorgato un fiume che guarisce (Gv 19,34), risana, vivifica, ci è tutto chiaro!!! Chiaro che la farina di molluschi e le ali di mosche macinate, pronte nelle moderne camere a gas, è tutto stato realizzato per il bene della natura e per il nostro bene… Ci mordono da ogni parte ma siamo diventati immuni grazie alla sua Parola. Liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza (Gc 1,21).
“I ciechi che hanno recuperato la vista” (Lc 4,18) attraversano la notte accompagnati dalla Colonna di Fuoco dello Spirito, ci vedono chiaro, come Don Tonino a Tricase che, in quella notte dinanzi ad un mare di paure e di incertezze, fissando la luce lontana di quella Lampara, non si è lasciato abbattere dalle onde, luce che riscalda il cuore di chi non guarda ciò che ci circonda ma vede chiara già l’aurora e dorme con Gesù tranquillo sulla barca (Mt 8, 23-26) . “Dai ad essi, Signore, la volontà decisa di rompere gli ormeggi. Per liberarsi da soggezioni antiche e nuove. La libertà è sempre una lacerazione! Non è dignitoso che, a furia di inchinarsi, si spezzino la schiena per chiedere un lavoro «sicuro». “...Non è giusto attendersi dall'alto le «certezze» del ventisette del mese. Stimola in tutti, nei giovani in particolare, una creatività più fresca, una fantasia più liberante, e la gioia turbinosa dell'iniziativa che li ponga al riparo da ogni prostituzione…” (La preghiera sul molo Don Tonino Bello)
“Gli ex oppressi irremovibili” (Es 15) non temono i faraoni di turno: li inseguono pure, tanto saranno travolti nelle onde di questo mare, ormai in tempesta, e negli abissi, non avranno scampo e ne salvezza (Gc 1,21). Le mura possenti di Gerico impenetrabili cadono davanti alla forza di chi crede (Gs 6), di chi non si lascia inoculare, di chi con un rosario in mano rovescia i potenti dai troni e fa morire di terrore il poverino Pilato, che pensando di averla scampata lavandosi le mani, spiazzato dal mattino di Pasqua, non può che rassegnarsi a quella scabbia che gli è rimasta sotto la pelle. “Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo” (2Col,15).
Camminiamo dunque protesi verso la méta: “dimenticando ciò che - ci - sta alle spalle e -protesi - verso ciò che - ci - sta di fronte, - corriamo - verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,14)
La Quaresima è il tempo del deserto…
Danziamo per ciò che si compie, per la luce che risplende,
per le catene della morte che si spezzano e i massi del sepolcro che esplodono!!!
La Parola si compie, non temiamo!!! (Lc 4,20)
Verso la Pasqua non con il correre di un fariseismo che ci cementa nel sepolcro, non con scene di statue che scendono e salgono e nel venerdì santo sfoggiano nel selfie dei nostri telefonini, rassegnati e inermi nei cunicoli della morte...
Tutto questo sfuma all'ultimo tocco di campana che lenta accompagna la nostra morte.
Pasqua è uscire da questo sabato santo: “Sorgi, allontaniamoci di qui.
Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino,
ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita,
ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono.
Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero.
Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita,
la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole,
è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli” (Ufficio delle letture Sabato Santo)"
Non ci sono uova da confezionare, né colombe da far volare, piuttosto ci si sei “Tu”
che segnato da Lui, sei primizia di un pane nuovo, senza lievito:
“Cambiare è possibile. Per tutti.
Non c’è tristezza antica che tenga.
Non ci sono squame di vecchi fermenti
che possano resistere all’urto della grazia.
Pasqua, festa che ci riscatta dal nostro pesante passato.
Non per nulla, noi la celebriamo
spezzando quel pane azzimo
che vuole essere per tutti simbolo
e fermento di novità. (Don Tonino Bello)
Tricase 23 Febbraio 2025
P Mario Salvatore Oliva