Quaresima verso la terra promessa
La sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.!!!
“Verranno tempi duri: inutile che ce lo nascondiamo.
Dobbiamo dircelo qui, ai piedi della Madre, perché sia lei a renderli più dolci.
Verranno tempi duri per la nostra vita nazionale.
Verranno tempi duri proprio nel momento in cui ci stiamo preparando
a vivere l’esperienza nella casa comune della nuova Europa,
che a me si presenta anche con tristi presagi
perché ha più il sapore di una convivenza economica,
di una cassa comune che di una casa comune.
Sembra più l’Europa dei mercanti che l’Europa dei fratelli
che si trovano tutti quanti insieme a vivere la loro identità
aperta per aprirsi anche all’accoglienza degli altri.
Tempi duri. L’Unione Europea sembra svilupparsi non tanto in una convivialità di differenze
quanto attorno al marco e probabilmente attorno a grandi nazioni
che renderanno la nostra vita standardizzata un po’ sulla loro.
Verranno tempi difficili, ma noi li dobbiamo affrontare con grande speranza.
Perché, se ce la mettiamo tutta le cose dovranno cambiare” (Don Tonino Bello 13 /9/1992 Madonna dei Martiri)
Sui binari confusi di questa storia, l’eco di queste Parole, dette trent’anni fa, risuonano così colme di tanto compimento: avanza il declino dell’umano e si scatenano le forme violente di tanto orrore in nome della libertà e dell’anarchia, scritta con il lessico dei limiti. La schiavitù moderna, bandita come evoluzione, non appare di fatti con le catene facili da identificare, ma con le dosi anestetizzanti lanciate a sorsi ripetuti, attraverso i tanti canali multimediali. Resi inermi, impassibili e insoddisfatti veniamo eccitati da continui desideri che ci tengono a cuccia nel delirio di un immensa insoddisfazione e giorno dopo giorno moriamo senza più ritorno.
Cari cristiani, ma lo siamo ancora??? Questa consapevolezza ci può tenere desti,
questa consapevolezza ci può far sentire ancora la musica e le danze di un banchetto che abbiamo spento!!!
“Consapevolezza” di una volontà che trasforma lo scandalo della croce in salvezza!!!
“Noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani!!!” (1Cor 1,23)
Ora più che mai dobbiamo investire sul nostro pensiero!!! I canali di una quaresima di fioretti e sacrifici arcaici devono riformarsi per introdurci dentro una formazione che ci rende capaci di affrontare le sfide che ci attendono, e che già in questi due anni ci hanno annientato. Dobbiamo riconoscere gli affari sporchi che giorno dopo giorno ci portano lontano dal banchetto di nozze dell’Eucarestia, tra la nostra miseria e la vera Luce che vince la morte, che distrugge l’egoismo, che ci rende umani, non in quell’amore fatto di baci osceni di chi usa e getta, sporca e uccide, ma in quello autentico: di morire donando, di servire generando, di consumarsi creando vita.
- Ora è il tempo di riconquistare l’armonia del silenzio, dove ogni nota torna al suo posto: per distinguere i suoni dalle stonature, percepire i brividi della gioia, di osare e non cadere nell’inganno di possedere il nulla;
- è il tempo di un no chiaro, pronti al martirio: non cedendo ai ricatti di quanti vogliono prepotentemente possederci, discriminarci, multarci, e tra poco, consegnarci ai tribunali: “la bestia fa sì che tutti, ...ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome” (Ap 13,16-17),
- è il tempo del deserto, l’acqua sgorgherà dalla roccia e il vero pane cadrà dal cielo (Esodo 16-17): morsi da questi serpenti alziamo lo sguardo verso colui che è stato innalzato sulla Croce, nessun veleno ci recherà danno, nessuna paura incriminerà le nostre certezze (Gv 3,14).
Restiamo lì con Gesù nell’orto di questa notte infame, riversata sulla nostra terra, di tradimenti e solitudine, di rinnegamenti e di vigliaccherie, senza puntare il dito su Pietro che non è riuscito a vegliare nemmeno un ora sola (Mc 14) e che con la spada in mano (consegnatagli dai grandi sistemi corrotti che procurano le armi e alimentano la guerra) è pronto a staccare l’orecchio a chi è falso come lui, e come noi (Gv 18): né di quei 12 e ne di questo resto c’è tanto da perderci tempo. Ciò che conta è non lasciarci travolgere dal sonno, non lasciarci drogare, credendo che tanto non cambierà nulla: non è stato così per quei due fessi come noi, di Adamo e Eva? E’ conseguenziale trovarsi nudo e senza forze!!! (Gn 2). Dobbiamo rimanere lì, dobbiamo pregare per non cadere in tentazione, non sgranocchiando corone e canticchiando vie crucis con il marchio delle nostre sconfinate ipocrisie, ma in intimità con lo Sposo, percepire il suo amore che dissolve ogni paura. Da questa stazione resteremo irremovibili dinanzi alle proposte affascinanti del maligno: 1)che ci aspetta all’angolo dei nostri desideri; 2)mostrandoci il brivido di numerosi like e di tanto successo; 3) ed immergerci infine nel delirio di poter fare a meno di Dio, diretti verso la discarica dell’eutanasia per farla finita per sempre (Mt 4).
C’è una Tunica da indossare e questo è il tempo giusto: pregare, discernere, resistere, scegliere, studiare, informarsi. Quella tunica gettata a sorte senza cuciture, da cima a fondo (Mt 27,35), tolta a Giuseppe e poi ridata dal Faraone, (Gn 37,24-41,14), stracciata dal sommo sacerdote, (Mt 26,65), coperta di cenere da Davide (2Sam 12), prefigurata sul Tabor piena di luce (Mt 17), vista da Giovanni e Pietro per terra nel sepolcro nuovo, e da Maria indossata dai due Angeli (Gv 20). Da Pentecoste “rivestiti di potenza dall'alto” (Lc 24,49) senza falsità, senza ipocrisie, entriamo alle nozze, “Davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide” tenendo “rami di palma nelle” nostre “mani. E” gridando “a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all'Agnello" (Ap 7,9-10): uccisi, ma risorti, colpiti ma non affondati… certi che questa Pasqua non si scriverà ancora con segni vuoti di immagini che si elevano e di uova che esplodono, ma risplenderà in quel piccolo resto: “centoquaranta-quattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele” (Ap7,4).
“PADRE MIO, SE QUESTO CALICE NON PUÒ PASSARE VIA SENZA CHE IO LO BEVA, SI COMPIA LA TUA VOLONTÀ" (Mt 26,42).
C’è un aurora che ci aspetta, Giuda arriva e con lui niente di meno che i sacerdoti del tempio, non c’é da stupirsi, ma piuttosto “ Non lasciamoci confondere” (Papa Benedetto XVI).
Alessano 13 Febbraio 2023 P. Mario Salvatore Oliva
Dobbiamo dircelo qui, ai piedi della Madre, perché sia lei a renderli più dolci.
Verranno tempi duri per la nostra vita nazionale.
Verranno tempi duri proprio nel momento in cui ci stiamo preparando
a vivere l’esperienza nella casa comune della nuova Europa,
che a me si presenta anche con tristi presagi
perché ha più il sapore di una convivenza economica,
di una cassa comune che di una casa comune.
Sembra più l’Europa dei mercanti che l’Europa dei fratelli
che si trovano tutti quanti insieme a vivere la loro identità
aperta per aprirsi anche all’accoglienza degli altri.
Tempi duri. L’Unione Europea sembra svilupparsi non tanto in una convivialità di differenze
quanto attorno al marco e probabilmente attorno a grandi nazioni
che renderanno la nostra vita standardizzata un po’ sulla loro.
Verranno tempi difficili, ma noi li dobbiamo affrontare con grande speranza.
Perché, se ce la mettiamo tutta le cose dovranno cambiare” (Don Tonino Bello 13 /9/1992 Madonna dei Martiri)
Sui binari confusi di questa storia, l’eco di queste Parole, dette trent’anni fa, risuonano così colme di tanto compimento: avanza il declino dell’umano e si scatenano le forme violente di tanto orrore in nome della libertà e dell’anarchia, scritta con il lessico dei limiti. La schiavitù moderna, bandita come evoluzione, non appare di fatti con le catene facili da identificare, ma con le dosi anestetizzanti lanciate a sorsi ripetuti, attraverso i tanti canali multimediali. Resi inermi, impassibili e insoddisfatti veniamo eccitati da continui desideri che ci tengono a cuccia nel delirio di un immensa insoddisfazione e giorno dopo giorno moriamo senza più ritorno.
Cari cristiani, ma lo siamo ancora??? Questa consapevolezza ci può tenere desti,
questa consapevolezza ci può far sentire ancora la musica e le danze di un banchetto che abbiamo spento!!!
“Consapevolezza” di una volontà che trasforma lo scandalo della croce in salvezza!!!
“Noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani!!!” (1Cor 1,23)
Ora più che mai dobbiamo investire sul nostro pensiero!!! I canali di una quaresima di fioretti e sacrifici arcaici devono riformarsi per introdurci dentro una formazione che ci rende capaci di affrontare le sfide che ci attendono, e che già in questi due anni ci hanno annientato. Dobbiamo riconoscere gli affari sporchi che giorno dopo giorno ci portano lontano dal banchetto di nozze dell’Eucarestia, tra la nostra miseria e la vera Luce che vince la morte, che distrugge l’egoismo, che ci rende umani, non in quell’amore fatto di baci osceni di chi usa e getta, sporca e uccide, ma in quello autentico: di morire donando, di servire generando, di consumarsi creando vita.
- Ora è il tempo di riconquistare l’armonia del silenzio, dove ogni nota torna al suo posto: per distinguere i suoni dalle stonature, percepire i brividi della gioia, di osare e non cadere nell’inganno di possedere il nulla;
- è il tempo di un no chiaro, pronti al martirio: non cedendo ai ricatti di quanti vogliono prepotentemente possederci, discriminarci, multarci, e tra poco, consegnarci ai tribunali: “la bestia fa sì che tutti, ...ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome” (Ap 13,16-17),
- è il tempo del deserto, l’acqua sgorgherà dalla roccia e il vero pane cadrà dal cielo (Esodo 16-17): morsi da questi serpenti alziamo lo sguardo verso colui che è stato innalzato sulla Croce, nessun veleno ci recherà danno, nessuna paura incriminerà le nostre certezze (Gv 3,14).
Restiamo lì con Gesù nell’orto di questa notte infame, riversata sulla nostra terra, di tradimenti e solitudine, di rinnegamenti e di vigliaccherie, senza puntare il dito su Pietro che non è riuscito a vegliare nemmeno un ora sola (Mc 14) e che con la spada in mano (consegnatagli dai grandi sistemi corrotti che procurano le armi e alimentano la guerra) è pronto a staccare l’orecchio a chi è falso come lui, e come noi (Gv 18): né di quei 12 e ne di questo resto c’è tanto da perderci tempo. Ciò che conta è non lasciarci travolgere dal sonno, non lasciarci drogare, credendo che tanto non cambierà nulla: non è stato così per quei due fessi come noi, di Adamo e Eva? E’ conseguenziale trovarsi nudo e senza forze!!! (Gn 2). Dobbiamo rimanere lì, dobbiamo pregare per non cadere in tentazione, non sgranocchiando corone e canticchiando vie crucis con il marchio delle nostre sconfinate ipocrisie, ma in intimità con lo Sposo, percepire il suo amore che dissolve ogni paura. Da questa stazione resteremo irremovibili dinanzi alle proposte affascinanti del maligno: 1)che ci aspetta all’angolo dei nostri desideri; 2)mostrandoci il brivido di numerosi like e di tanto successo; 3) ed immergerci infine nel delirio di poter fare a meno di Dio, diretti verso la discarica dell’eutanasia per farla finita per sempre (Mt 4).
C’è una Tunica da indossare e questo è il tempo giusto: pregare, discernere, resistere, scegliere, studiare, informarsi. Quella tunica gettata a sorte senza cuciture, da cima a fondo (Mt 27,35), tolta a Giuseppe e poi ridata dal Faraone, (Gn 37,24-41,14), stracciata dal sommo sacerdote, (Mt 26,65), coperta di cenere da Davide (2Sam 12), prefigurata sul Tabor piena di luce (Mt 17), vista da Giovanni e Pietro per terra nel sepolcro nuovo, e da Maria indossata dai due Angeli (Gv 20). Da Pentecoste “rivestiti di potenza dall'alto” (Lc 24,49) senza falsità, senza ipocrisie, entriamo alle nozze, “Davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide” tenendo “rami di palma nelle” nostre “mani. E” gridando “a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all'Agnello" (Ap 7,9-10): uccisi, ma risorti, colpiti ma non affondati… certi che questa Pasqua non si scriverà ancora con segni vuoti di immagini che si elevano e di uova che esplodono, ma risplenderà in quel piccolo resto: “centoquaranta-quattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele” (Ap7,4).
“PADRE MIO, SE QUESTO CALICE NON PUÒ PASSARE VIA SENZA CHE IO LO BEVA, SI COMPIA LA TUA VOLONTÀ" (Mt 26,42).
C’è un aurora che ci aspetta, Giuda arriva e con lui niente di meno che i sacerdoti del tempio, non c’é da stupirsi, ma piuttosto “ Non lasciamoci confondere” (Papa Benedetto XVI).
Alessano 13 Febbraio 2023 P. Mario Salvatore Oliva